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    M@gm@ vol.5 n.1 Gennaio-Marzo 2007

    NARRAZIONI DI NARRAZIONI: ORIENTAMENTO NARRATIVO E PROGETTO DI VITA
    (Federico Batini, Gabriel Del Sarto, Erickson, Trento, 2005)


    Manuela Ladogana

    direzione@pratika.net
    Dottore di ricerca, Università degli Studi di Foggia.

    “Elaborare un progetto di sé è un compito di primaria importanza, forse uno dei pochi compiti irrinunciabili per il soggetto, specialmente di fronte a un incontestabile aumento della complessità e delle sollecitazioni cui è sottoposto”.

    La società contemporanea, definita “industrialmente avanzata”, ovvero “complessa”, “post-industriale”, è coinvolta da grandi e profonde trasformazioni che ne modificano, continuativamente, l'intero assetto strutturale. In particolare, l’espandersi rapidissimo della quantità dei saperi - e delle loro modalità di impiego - e la progressiva destabilizzazione del repertorio di conoscenze e competenze necessarie per leggere, interpretare e gestire positivamente le complesse forme organizzative del sistema socio-culturale e produttivo portano con sé un diffuso senso di relatività e insicurezza nelle condotte e negli stili di vita, rischiando di innescare un progressivo processo di dis-empowerment (di perdita di capacità ad attribuire senso e significato alla propria vita).

    Per fronteggiare le sfide poste da questo scenario è divenuto urgente - ma assai difficile - garantire alla persona la capacità di esercitare un controllo sulla propria esistenza. Peraltro diviene indifferibile ipotizzare nuove ed inedite soluzioni formativo-orientative in grado di favorire lo sviluppo di un soggetto dall’identità matura e consapevole, e di facilitare l’acquisizione degli strumenti più idonei a progettare, efficacemente, un piano di vita (life planning).

    Nel vivace ed approfondito dibattito, oggi in corso, sulla revisione dei modelli e delle pratiche orientative si colloca efficacemente il volume di Federico Batini e Gabriel Del Sarto. Sin dalle prime pagine, i due Autori esaltano la valenza squisitamente orientativa del metodo autobiografico, individuando l’orientamento narrativo come metodologia privilegiata per promuovere un processo di empowerment che dia significato alle incertezze esistenziali, scaturite dalle molteplici istanze (globalità, flessibilità, sovrabbondanza di informazioni, multiculturalità, ecc…) caratterizzanti il contesto contemporaneo.

    L’utilizzo dell’approccio narrativo all’interno della pratica orientativa ri-colloca al centro del processo il soggetto, con le sue inquietudini, contraddizioni e smarrimenti. Si tratta di una pratica orientativa - peraltro applicabile a qualsiasi età della vita - che, muovendosi tra continue e ripetute strutturazioni, de-strutturazioni e ri-strutturazioni identitarie, individuali e collettive, culturali e sociali, professionali, facilita nel soggetto in orientamento la costruzione di sé e la realizzazione dei propri progetti esistenziali.

    L’enfasi è posta sull’importanza del narrare e del narrarsi, del raccontare il proprio progetto di vita in un gruppo (applicando così il metodo autobiografico all’orientamento), nell’ottica di un recupero di abilità, apprendimenti, comportamenti ed esperienze utili per un rilancio di sé nel futuro. Si legge nel capitolo intorno al paradigma della narrazione: “La costruzione di un’identità matura e consapevole passa attraverso forme di bricolage identitario narrativo”. Un bricolage fatto di storie che raccontiamo e nelle quali ci riconosciamo. Storie che ci legano al passato, che ci aiutano a interpretare il presente e che, riannodando ricordi e identità, ci consentono di ipotizzare progetti futuri. Narrazioni che consentono di investigare la ricchezza, l’intensità, l’unicità dell’esistenza di ciascuno ma anche di aiutare a ricostruire se stessi, la propria storia e, quindi a ricomporre la propria identità. E così: “è sufficiente soffermarsi un po’ sugli accadimenti significativi della nostra vita, sulle relazioni, ma anche sugli eventi di ieri e oggi apparentemente privi di importanza per verificare come questi siano naturalmente organizzati in trame narrative. Queste trame si sviluppano attraverso cambiamenti più o meno forti in cui i personaggi sono mossi da intenzioni, opinioni, emozioni, desideri, ecc. Le narrazioni così prodotte […] derivano dall’attribuzione di senso che operiamo su di esse” (p. 34).

    Questo percorso di ri-appropriazione narrativa della vita - di strutturazione, de-strutturazione e ristrutturazione, di modalità di pensiero su di sé - rende il soggetto protagonista del proprio percorso esistenziale, e, al contempo, contribuisce a promuovere lo sviluppo di capacità previsionali e progettuali su probabili futuri. Attraverso la narrazione - ribadiscono gli Autori nelle pagine del testo - “possono prodursi attribuzioni di significato, di senso alla propria storia, alla propria vita; il futuro si moltiplica in tanti futuri, si aprono possibilità per narrazioni che diventano, man mano che si delineano e approfondiscono, veri e propri progetti di vita. Viene a delinearsi un percorso per il possibile, l’incertezza diventa sempre più potenzialità e l’ansia si trasforma in speranza, sospesi in quel magico equilibrio tra riduzione dell’ansia da incertezza e apertura al possibile” (p. 42). In tale ottica, l’orientamento perde il carattere meramente informativo per acquisire una propria identità pedagogica - complessa e plurale - finalizzata a facilitare la costruzione identitaria della persona.

    Dopo aver tratteggiato le linee dello scenario contemporaneo (nel primo capitolo), ed effettuato una ricognizione teorica sui paradigmi dell’orientamento e della narrazione, gli Autori illustrano con chiarezza, nel terzo capitolo intitolato “L’orientamento narrativo: istruzioni per l’uso”, le modalità di utilizzo dell’orientamento narrativo - le sue numerose varianti ed i risvolti ermeneutici. Gli ultimi due capitoli del volume (corredato di un’appendice ricca di schede di lavoro), “Narrazioni di narrazioni” e “Percorsi”, suggeriscono, infine, possibili percorsi di orientamento narrativo, soffermandosi a descrivere alcune esperienze - a presentare materiali ed attività - della pratica orientativa autobiografica realizzate in alcune scuole superiori ed istituiti di formazione delle province toscane.

    Il volume, denso di contenuti e ricco di riferimenti teorici, traccia con chiarezza le sue linee di sviluppo ed apre alla riflessione, anche pedagogica, sull’esigenza di recuperare la dimensione narrativa e autobiografica per la realizzazione di una pratica orientativa che guidi e sostenga il soggetto in orientamento verso la riscoperta e ricostruzione del proprio progetto di vita.



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