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    M@gm@ vol.5 n.2 Janvier-Mars 2007

    NAUTILUS: Poesie Racconti Immaginario
    (A cura di Orazio Maria Valastro, Associazione “Le Stelle in Tasca”, Catania 2006, 122 p.)


    Marina Brancato

    akirana@hotmail.com
    Laureata in Scienze politiche presso l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” con una tesi in Antropologia culturale dal titolo “La morte laica. Sulle tracce del rito civile nella prospettiva di Ernesto de Martino”; si è occupata di nomadi metropolitani, di video ed etno-fotografia; collabora come traduttrice con la rivista M@gm@; attualmente sta proseguendo le sue ricerche sul versante dei riti funebri nella cultura sarda e dell’Italia centrale (Toscana e Umbria).

    “Le Favole
    non si inventano
    sono e nascono
    nella vita
    di chi ha sperato
    incessantemente
    di ricominciare a sognare”
    Maria Gemma Bonanno

    Come ha sostenuto Duccio Demetrio, l’autobiografia non è semplicemente un genere letterario. Non può e non deve ridursi a superficiali classificazioni. Essa rappresenta qualcosa che, naturalmente, comprende il genere letterario ma nel contempo lo attraversa e lo trascende. È il caso di questo prezioso volume, curato da O. M. Valastro: Nautilus, poesie, racconti, immaginario, edito dall’Associazione Le Stelle in Tasca di Catania, che ormai da tempo si occupa anche di scrittura autobiografica. Questa antologia di poesie e racconti costituisce una testimonianza, una memoria - talvolta di gioie, talvolta di dolori - individuale, collettiva, famigliare. Gli scritti che compongono questo testo, non rappresentano forme di autocompiacimento: sono umili vicende di un riscatto esistenziale, una ri-affermazione della propria esistenza. Esse contengono un valore umano di emancipazione e di riscatto che non ha bisogno di alcuna notorietà letteraria, sono stati composti semplicemente per ritrovare il proprio orizzonte esistenziale. Ed è proprio questa ri-scoperta a sottolinearne il carattere terapeutico.

    Il racconto autobiografico costituisce un luogo privilegiato ove si esplicita il riconoscimento di Sé. È un genere di narrazione assai particolare. Il campo narrativo subisce una sorta di cortocircuito che comprende l’auto riconoscimento. Tale auto riconoscimento, come ha osservato Demetrio, ha una funzione terapeutica. Ci si cura, in particolare, già nel momento in cui si attribuisce alla propria vita la dignità di qualcosa che può essere narrato. Il narrarsi è disporsi alla comprensione della propria vita. Si tratta di ri-conoscersi, conoscere di nuovo ciò che si è conosciuto vivendo. Ciò che è ri-conosciuto è trasformato in esperienza. Un passato che si fa patrimonio e strumento per la comprensione di se stessi. Un processo che comporta un riconoscimento del proprio vissuto, un “risveglio”, quindi, della propria esperienza.

    Come ha osservato P. Jedlowski nel suo Storie comuni (La narrazione nella vita quotidiana, Mondadori, Milano 2000): “(…) ogni narrazione autobiografica si muove fra due poli. Da un lato, tende alla presentazione di sé, dall’altro, alla ricerca del sé. Per quanto una certa dimensione auto-terapeutica sia implicita nella presentazione di sé è soprattutto quando la narrazione tende alla ricerca del sé che si fa ‘cura’ davvero.”

    L’associazione “Le stelle in tasca” ha origine da un’esperienza singolare, intima, rappresenta una testimonianza della possibilità concreta di poter ribaltare una difficile situazione. In che modo l’associazione è riuscita a sciogliere questa impasse? Grazie ad un racconto. L’aver riflettuto su questo racconto ha portato ad una reazione alle condizioni di svantaggio e al (momentaneo) non ‘c’è nulla da fare’ attraverso attività che hanno potuto al tempo stesso rafforzare e valorizzare le potenzialità individuali, creando nuovi contesti di relazioni e di progettualità collettive concepite e vissute direttamente.

    L’evocazione di esperienze e vissuti attribuisce significati profondi alla nostra esistenza, alle relazioni con gli altri e con il mondo. Scrivere della propria esistenza nei momenti difficili costituisce un interminabile viaggio intimo. Condividerle rappresenta e testimonia un rinnovato slancio vitale che tende a riprendere in mano il proprio destino per riappropriarsene. Slancio vitale che il racconto ci comunica nel ritrovarci rigenerando legami e relazioni.

    Il volume è costituito da due parti, la prima è una ouverture teorica alle narrazioni di sé, una premessa all’antologia di poesie e racconti che seguono nella seconda parte. Gli interventi introduttivi sono costituiti da alcuni brevi saggi: l’introduzione del curatore illustra gli intenti, le motivazioni che sono all’origine della nascita dell’Associazione e dei laboratori di scrittura. Seguono quattro brevi saggi:
    D. Demetrio si interroga sul momento della scrittura di sé in quanto legame profondo tra memoria e oblio;
    G. Biagi pone l’accento sulle relazioni e dunque sulla comunità, sull’importanza della costituzione di un’associazione come “Le Stelle in Tasca”;
    G. Bertin ci accompagna verso i racconti sulle infanzie di Lancillotto;
    M. Humeau indaga sulla figura di Hestia Dea della stanzialità, del focolare, della casa … e dunque della memoria domestica: come ha scritto lo stesso Orazio Maria Valastro, il mito di Hestia esalta la ricchezza dell’interiorità, la narrazione silenziosa del profondo.

    Ciascuno di essi, nel loro particolare e originale apporto al testo, percorrono le strade più diverse nell’ordito dell’immaginario che si fa scrittura di sé. Ma è nella seconda parte che il testo si appresta a farci ascoltare le “voci” con cui probabilmente condividiamo quella ferita sempre aperta dell’insicurezza vitale. Esse rappresentano un sapere che si traduce nella capacità di unire, di riconciliare tra loro filosofia e vita perché è un sapere in relazione, quello di cui una persona ha bisogno in un particolare momento della sua vita per riscattare il passato e ricostituirsi, rinascere attraverso la memoria che porta a vedere in modo nuovo quanto si è vissuto. Chi scrive in queste dense pagine non si racconta con l’intento di esibirsi ma per chiarire la propria vita, in modo da offrire all’altro la possibilità di rifare su di sé lo stesso percorso e di superare, attraverso quella verità che nasce nell’interiorità e si rende evidente nella condivisione, la frammentarietà della propria esistenza.

    Proprio come il titolo di un racconto, queste voci ci traghettano verso solitudini, gioie, dolori e sacrifici, speranze e sogni altrui, ma ci danno anche la possibilità d’interrogarci ulteriormente.

    La scrittura di sé ci fa dono di una nuova letteratura, una letteratura particolare, che ci avvicina e ci fa condividere memorie personali. In ogni traccia, in ogni riga possiamo intra-vedere un’inquietudine che talvolta non sappiamo cogliere poiché sono un invito, non solo a scrivere, ma a rivedersi e a ritrovarsi lentamente dando senso e significato alla nostra esistenza.

    Dunque, narrare di sé è anche dubitare di sé, è quindi meditazione delle proprie esperienze. Una riflessione che porta ad una sorta di rivincita sulla vita.

    I racconti ed i versi di questo volume ci forniscono uno spaccato d’intenti, di avventure intime; sono un incontro prezioso, un fenomeno umano al quale è necessario tributare un elogio.



    Nautilus: poesie, racconti, immaginario
    A cura di Orazio Maria Valastro
    © 2006 “Le Stelle in Tasca” ISBN 88-902163-0-1
    www.lestelleintasca.org

    Le stelle in tasca

    “Ognuno di noi si protende verso le stelle per prendere in mano il proprio destino e realizzarlo, renderlo concreto e vivo nel modo più bello e più grande che sia possibile, rendendo partecipi di ciò non solo noi ma anche i nostri cari che ci stanno intorno.”

    Nautilus
    “Dal di dentro di un sommergibile, la corazza delle nostre emozioni, possiamo vedere i nostri desideri e le nostre speranze riflesse nelle immagini del fondo del mare.”

    Antonino Maria Santi Valastro
    Presidente Associazione “Le Stelle in Tasca”


    INDICE


    Prefazione
    Trasformazioni e rinascite (Orazio Maria Valastro)

    PARTE PRIMA

    1. Nautilus: poesie, racconti, immaginario
    Momenti e figure della scrittura di sé (Duccio Demetrio)
    Relazioni (Giuseppe Biagi)
    Le infanzie di Lancillotto del Lago (Georges Bertin)
    Il mito di Hestia (Magali Humeau)

    PARTE SECONDA

    2. Le stelle in tasca
    Fantasia (Antonino Maria Santi Valastro)
    I pupi, le stelle e noi… (Lucia Piccione)
    La serenità è un bene prezioso (Maurizio L’Episcopo)
    Percorso (Simona Chillari)
    I muri e i modi (Rosa Lo Verde)

    3. Immaginario
    Il sole di mezzanotte (Silvia Valastro)
    A mia madre (Silvia Valastro)
    Anima (Maria Gemma Bonanno)
    Ricordi lontani (Silvia Valastro)
    Come un leone impazzito (Silvia Valastro)
    La finestra si apre (Silvia Valastro)

    4. Sogni
    La macchina dei sogni (Antonino Maria Santi Valastro)
    È spuntato un raggio di sole (Simona Chillari)
    Libertà (Angela Manna)

    5. Favole
    Le favole (Maria Gemma Bonanno)
    Cenerentola (Carmelinda Di Blasi)
    Amo tutto dalla vita (Clara Bonaiuto)

    6. Amicizia e Amore
    Respiri d’amore (Maria Gemma Bonanno)
    Amori (Simona Chillari)
    Le cose semplici (Claudio Milazzo)
    Contatti (Claudio Milazzo)

    7. Narrazioni di sé
    Traghettare (Antonino Maria Santi Valastro)
    Un calcio al destino(Claudio Milazzo)

    APPENDICE
    Incontri Nautilus


    Collection Cahiers M@GM@


    Volumes publiés

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    M@gm@ ISSN 1721-9809
    Indexed in DOAJ since 2002

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