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    M@gm@ vol.3 n.2 Aprile-Giugno 2005

    RICERCA SUL PARANORMALE E CREDENZE IRRAZIONALI: QUALE LEGAME?


    (Traduzione Marina Brancato)

    Marie-Catherine Mousseau

    conastatu@eircom.net
    Dottorato in Neuroscienze all'Università Pierre e Marie Curie (Parigi 6); Giornalista scientifica free-lance; Redattrice pubblicazione medica irlandese (MIMS Ireland, guida medica irlandese).

    INTRODUZIONE [1]

    L’idea di questa tesi proviene da un articolo polemico scritto da uno storico e professore di filosofia francese, Bertrand Méheuset ed apparso in Alliage (1996). Le sue affermazioni erano allora le seguenti (esse concernono essenzialmente la situazione in Francia).

    Alla fine del XIX secolo, i fenomeni paranormali erano correntemente studiati e dibattuti dagli scienziati più rinomati (l’astronomo Camille Flammarion, i fisici William Crook e Oliver Lodge, il premio Nobel Charles Richet, Pierre e Marie Curie, …). I dibattiti erano intensi e di alto livello. I loro lavori erano generalmente pubblicati sui più prestigiosi giornali. Questo campo di studio fu chiamato “Metapsichico”. Oggi, le questioni che furono sollevate sono completamente ignorate dalla comunità scientifica. I suoi rappresentanti pretendono che il dibattito sia chiuso e lo considerano antiquato e ridicolo. È divenuto una specie di “tabù”, “ uno dei più potenti divieti dei tempi moderni”.

    Secondo Bertrand Méheust, il dibattito non è stato mai chiuso. Questa attitudine ha condotto ad una proliferazione della letteratura e di programmi a buon mercato, il cui livello non ha niente a che vedere con ciò che fu un secolo prima. Questa situazione fu predetta, infatti, dai teorici che studiarono il sonnambulismo magnetico “in effetti, essi pensavano che rifiutandosi d’integrare nel pensiero razionale l’alta gamma dei fatti strani del sonnambulismo magnetico (…) si rischiava di provocare un ritorno alla superstizione, suscitando il riapparire degli angeli e degli spiriti, andando così incontro ad una situazione incontrollabile”. È esattamente ciò che accadde.

    Riassumendo, l’idea di B. Méheust consiste che lo studio del paranormale è totalmente ignorato e rigettato (almeno in Francia), e che questo fenomeno è responsabile dell’opprimente proliferazione delle credenze irrazionali.

    Lo scopo di questo studio è verificare tale ipotesi analizzando la situazione su di un piano internazionale. Per far ciò, affronterò i tre punti seguenti:
    1) Esiste, sul piano internazionale, una ricerca sul paranormale che si può considerare come scientifica? In altri termini, gli intellettuali francesi hanno ragione nel relegare questo genere d’investigazioni nella categoria della pseudoscienza?;
    2) Come parlano i media di questa ricerca scientifica (se esiste)? Una comparazione sarà stabilita tra la situazione in Francia ed il Regno Unito;
    3) Le credenze irrazionali regrediscono realmente, quando le ricerche nel paranormale sono riconosciute e comunicate al pubblico?

    Questi tre punti costituiscono l’oggetto della tesi.
    Il primo, in cui cerco di distinguere tra scienza e pseudoscienza, costituisce il punto centrale. La questione sarà affrontata attraverso un’analisi della comunicazione all’interno della comunità che indaga sui fenomeni paranormali. Metterò l’accento principalmente sulla parapsicologia, termine moderno corrispondente a ciò che Bertrand Méheust ha evocato con “Metapsichica”. Il secondo punto sarà affrontato da un’analisi degli articoli della stampa che si occupano di parapsicologia; il terzo da una stima delle credenze irrazionali basate su studi esistenti. Questi ultimi due punti saranno confrontati per la Francia e l’Inghilterra, in maniera tale da evidenziare un’eventuale correlazione tra le credenze irrazionali e la maniera in cui la stampa tratta la ricerca sulla parapsicologia.

    RISULTATI DELL’ANALISI DELLA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA - SCIENZA O PSEUDOSCIENZA?

    Il giudizio di Bertrand Méheust sulla situazione del paranormale in Francia è pertinente. Tutta la ricerca in quest’ambito è considerata come pseudoscienza dalla maggior parte degli scienziati (che, infatti, non la conoscono), e completamente ignorata dai media. Una tale attitudine non è assolutamente giustificata. È chiaro che delle ricerche in parapsicologia e altri fenomeni paranormali sono condotte a livello internazionale, rispettando la maggior parte dei criteri metodologici che, a mio avviso, caratterizzano una “vera” scienza (Bunge, 1984; Chalmers, 1999). L’analisi della comunicazione tra i ricercatori ha mostrato che essi sostengono l’essenza stessa dell’attitudine scientifica: essi mettono costantemente in discussione i propri lavori, confrontano le loro teorie con i fatti, e ricercano di pari passo i commenti critici. Il loro statuto particolare di fronte alla comunità scientifica rende conto di un buon numero di differenze quantitative osservate in rapporto al processo di comunicazione classico. Queste non hanno un carattere unicamente negativo, al contrario. La scienza convenzionale avrebbe molto da apprendere dal loro approccio multi disciplinare (tanto che la maggior parte delle scienze perdono molto senza dubbio a tendere verso una grandissima specializzazione) e della ricchezza della loro riflessione epistemologica (completamente ignorata dalla maggioranza degli scienziati). Gli scienziati delle correnti classiche potranno ugualmente apprendere dal grandissimo rigore del loro approccio sperimentale, mirando ad anticipare l’intero destino di critica e necessario per distinguere un fenomeno particolarmente elusivo dal rumore di sfondo. Potranno ugualmente realizzare l’utilità di pubblicare i risultati delle esperienze non fruttuose, spesso assenti dalle pubblicazioni classiche (ciò è dannoso per l’avanzamento delle ricerche). Infine, essi avranno molto da imparare dalla propria tolleranza e dall’apertura di spirito, meno sottomessi ai pregiudizi legati all’autorità, alle referenze personali o alle ambizioni individuali (si può immaginare che farebbero altro se fosse indispensabile …)

    Tuttavia le differenze quantitative messe in evidenza hanno anche degli aspetti negativi. I ricercatori nel paranormale tendono a citare i propri lavori, si appoggiano in maniera esagerata su dei libri generici o delle riviste popolari; pubblicano meno esperienze e hanno la tendenza ad utilizzare dei dati non quantificabili. Queste differenze significative riflettono in parte le difficoltà che incontrano i parapsicologi: la dimensione ristretta della loro comunità, il carattere particolare del loro oggetto, la mancanza di risorse così come la loro dispersione hanno delle ripercussioni negative sostanziali. Nonostante essi stessi considerino di produrre dei risultati, questi risultati non sono abbastanza solidi. Facendo riferimento all’introduzione, a loro mancano tre strumenti, riproducibilità, falsificabilità, prevedibilità, che garantiscono ad una scienza il suo successo. Isabelle Stengers, filosofa delle scienze, spiega il proprio statuto facendo un parallelo con i matematici (comunicazione personale). Esistono dei teoremi d’esistenza e dei teoremi di costruzione. I parapsicologi, infatti, tentano di provare l’esistenza di un’anomalia. Finché quest’anomalia non sarà infine completamente stabilita, nulla potrà essere costruito e nessun consenso potrà essere raggiunto nella comunità scientifica. Gli scienziati usano molti criteri epistemologici per relegare la parapsicologia nel dominio delle pseudoscienze. Non sono che degli strumenti retorici, difficilmente applicabili, anche ai propri lavori. Il loro criterio principale è molto più semplice: essi l’accetteranno il giorno in cui potranno utilizzarla.

    Sarà prudente prestare attenzione a questo genere di processo che potrà tendere a rallentare l’acquisizione di conoscenze fondamentali. Una scienza ha bisogno di risorse importanti per svilupparsi, ma queste stesse risorse sono attribuite alle scienze già riconosciute e sufficientemente sviluppate per fornire dei dati utilizzabili (gli altri sono relegati allo statuto di pseudoscienza), poco spazio libero è lasciato all’emergere d’idee originali ed innovative. E occorrerà essere molto pretenziosi o almeno chiaroveggenti per affermare con certezza che nessuna applicazione potrà mai derivare dallo studio dei fenomeni paranormali. Al contrario, le applicazioni pratiche potranno anche non essere lontane da ciò che si ha l’abitudine di credere: le guarigioni psichiche, la visione a distanza, o ancora l’uso di poteri psichici per identificare dei luoghi archeologici o per risolvere delle inchieste criminali si sono già mostrati molto efficaci in certi casi.

    In realtà, il fatto di non riuscire a fornire dei dati utili non può essere la sola ragione per cui la parapsicologia è considerata una pseudoscienza. L’assenza di risultati pratici non rende conto del potente tabù presente nella comunità universitaria francese. Potrebbe esistere, infatti, un’altra ragione legata ad uno dei postulati fondamentali della scienza. Ne ho già parlato nel capitolo sul vocabolario utilizzato. La scienza, per essenza, si costruisce sul rigetto di tutte le superstizioni e credenze popolari. Gli scienziati devono dunque venire a capo di fortissimi pregiudizi per accettare ciò che si possa trattare di un soggetto di ricerca. A tale sguardo, la loro condotta è vicina a quella delle pseudoscienze che essi disprezzano: è basata su una credenza piuttosto che su una questione reale. Così come Rémy Chauvin l’ha messo in evidenza nel suo ultimo libro (2002), una tale attitudine dogmatica e conservatrice sembra particolarmente comune in Francia. Non è la prima volta che degli studiosi francesi sono molto refrattari ad accettare nuovi concetti scientifici. Per esempio, essi consideravano ancora con derisione la teoria della deriva dei continenti, mentre il resto del mondo l’aveva già accettata. Ci si può domandare se ciò è legato al fatto che in Francia, la società e la vita accademica siano molto gerontocratiche.

    Dunque Bertrand Méheust - e altri sociologi o filosofi francofoni come Pierre Lagrange e Isabelle Stengers - sembrano avere ragione su questo punto. L’indifferenza sottolineata dallo sguardo della “Metapsichica” ha un carattere politico. Non è realmente giustificata da criteri scientifici. Al contrario: “la scienza deve cominciare dai miti e dalla critica dei miti” (Popper, 1957).

    LEGAME TRA VOLGARIZZAZIONE SCIENTIFICA E CREDENZE IRRAZIONALI

    L’investigazione dei miti sembra tanto più giustificata se si riferisce alle credenze irrazionali che perdurano nelle nostre società. Si tratta dell’altra ipotesi di Bertrand Méheust: la credenza nell’irrazionale diminuirà se le anticipazioni della ricerca in parapsicologia saranno riconosciute dalla società. Tuttavia, la seconda parte di questo studio non sembra confortare tale ipotesi. In Gran Bretagna, alcune ricerche di questo tipo sono condotte in sette Università, esse sono divulgate al pubblico e trattate più in dettaglio nella rivista scientifica New Scientist, che evoca i dibattiti aventi corso a livello internazionale. Le credenze nell’irrazionale, malgrado ciò, sono ancora ampiamente sviluppate nel Regno Unito, indipendentemente dal livello d’informazione. I britannici sono anche maggiormente portati alle credenze tradizionali rispetto ai francesi, come testimonia il loro livello di credenza negli spiriti o nei fantasmi (che non sono mai stati verificati dalla ricerca scientifica); in Francia, all’opposto, si realizza pochissima ricerca in parapsicologia e nessuna è pubblicata. Questa osservazione potrà essere confermata da un’analisi della situazione negli USA, dove si vedrà probabilmente che anche se il pubblico è informato sugli aspetti scientifici, resta sempre fedele alle proprie credenze. Sembra pertanto che non vi sia alcun legame tra, da un lato, gli sviluppi e gli interessi scientifici, e dall’altro, le credenze popolari. In realtà esiste un legame, ma sembra sia in contrasto con ciò che saremmo in grado di attenderci. Cinque sondaggi della SOFRES (l’ultimo nel novembre 2000) hanno messo in risalto i punti seguenti: “uno dei paradossi … è che l’interesse per la scienza è correlata positivamente al grado della credenza nelle pseudoscienze … Ugualmente la frangia di popolazione avente un grado di conoscenze scientifiche molto deboli è in media meno credulona di quella avente un livello di conoscenza molto buono. I sondaggi rivelano anche che le parascienze non sono sviluppate in reazione o contro l’istituzione scientifica” (Le Monde, maggio 2001).

    Queste inchieste mostrano che la credenza nel paranormale non riflette un rigetto della scienza, come talvolta è suggerito, né da una presa di coscienza dei suoi limiti. Ed essa non si appoggia più sulla scienza, come dimostra la relativa indipendenza della natura e dell’intensità delle credenze irrazionali in rapporto allo sviluppo scientifico della ricerca in parapsicologia.

    La credenza popolare nel paranormale sembra rilevare piuttosto dalla fiducia e non ha bisogno d’alcuna giustificazione esterna per svilupparsi. Questa constatazione era del resto il cuore dell’esposizione data al congresso del PA da Peter Lamont (su menzionato), ricercatore e storico che lavora all’Unità di Parapsicologia di Koestler a Edimburgo. Egli ha analizzato la natura della credenza religiosa e la trasformazione che ha subito quando si è confrontata allo sviluppo delle scienze durante il periodo vittoriano. La citazione che segue, che egli ha tratto dalla rivista Fraser, riassume il suo punto di vista: “la maggioranza del mondo … crederà sempre, non in funzione di prove [scientifiche], ma unicamente in funzione delle sue abitudini di pensiero anteriori” (citato da Lamont, 2002, p. 122) [2].

    E in effetti, non è certo che la Scienza si sia sviluppata a vantaggio del livello intellettuale generale. Contrariamente ai nostri antenati, sappiamo da molto tempo che l’umanità non è il centro dell’universo. Ciò ci ha permesso di evolvere è ciò che ha fondamentalmente cambiato il nostro modo di pensare? Ne dubito. Un quarto della popolazione europea crede ancora che il sole giri intorno alla terra (EORG, 2001), e una parte significativa della popolazione americana rigetta la teoria dell’evoluzione malgrado tutte le prove. Tuttavia, capisco Bertrand Méheust, quando afferma che la questione “Metapsichica” è sempre attuale. Ma la vera questione è: a parte alcune conquiste tecnologiche che essa apporta, esiste un qualunque interesse nella Scienza? La risposta del nostro mondo materialista tende maggiormente ad essere negativa. E infatti, per essere onesta, la risposta razionale sarà precisamente: non ve n’è alcuno, se non il piacere che, talvolta, taluni di noi provano ad utilizzare la propria intelligenza per tentare di comprendere meglio il mondo. Questo piacere fa parte del destino di cui l’evoluzione ci ha provvisto donandoci un cervello. Non sciupiamolo! Se alcuni di noi sono abbastanza perseveranti da indagare sul dominio che si situa oggi al di fuori del nostro campo di comprensione, e che non fornirà probabilmente delle applicazioni pratiche affidabili a breve termine, io non vedo nessuna ragione di scoraggiarli.

    Quanto alla questione “perché la gente crede in cose strane?”, essa resta chiaramente aperta. Se la risposta non ha niente a che vedere con le conoscenze culturali, qual è quindi la natura reale della credenza? Questa potrebbe diventare l’oggetto di un’altra tesi ...


    NOTE

    1] Conclusioni della tesi sostenuta al Master in Comunicazione Scientifica, Dublin City University, 2002.
    2] Questa osservazione fa riferimento alla credenza religiosa, ma costituisce ugualmente un buon approccio della natura della credenza in generale (e nel paranormale in particolare).


    ANNEXE
    Lista delle principali Università e Organizzazioni

    UK - REGNO UNITO

    Université d'Edimbourg: unité de parapsychologie Koestler
    Département de psychologie
    Dr Robert Morris, Dr Caroline Watt, Dr Paul Stevens
    Mécanismes psi et non-psi; contexte social et scientifique; Ganzfeld ESP; DMILS; micro PK; Legs d'Arthur Koestler en 1982

    Collège Universitaire de Northampton
    Département de psychologie
    Deborah Delanoy, Chris Roe, Simon Sherwood
    Ganzfeld; Etats hypnagogiques / hypnopompiques; Psychologie des croyances au paranormal

    Université de Hertfordshire: unité de recherches Perrott-Warrick
    Département de psychologie
    Richard Wiseman
    Evaluation critique des preuves en faveur du paranormal; Psychologie de la tromperie et de l'illusion

    Université de Cambridge
    Laboratoire de Cavendish
    Brian Josephson
    Projet d'unification esprit-matière

    Society for Psychical Research
    Bernard Carr
    ESP, OBE, NDE
    Plus ancienne institution. Fondée en 1882. Publie le Journal of the Society for Psychical Research

    GERMANIA

    Institut fur Grenzgebiete der Psychologie und Psychohygiene (IGPP)
    Université de Fribourg
    Johannes Mischo
    Phénomènes spontanés (poltergeists) et expérimentation
    Le plus grand centre de Parapsychologie en Europe (40 chercheurs) Fonds privés

    NETHERLANDS

    Universités d'Amsterdam et d'Utrecht
    Département des sciences cognitives et de parapsychologie (resp)
    Dick Bierman

    FRANCIA

    Institut Métapshychique International (IMI)
    Fondation privée d'utilité publique
    Mario Varvoglis
    Télépathie, clairvoyance, précognition
    Fondée in 1919

    Université Catholique de Lyon
    Dr Paul-Louis Rabeyron
    Module "Sciences, société et Phénomènes dits paranormaux"

    Org. pour Recherche en Parapsy. et sur les Phénomènes dits Paranormaux (ORP3)
    Yves Lignon
    Publication: La Revue Française de Parapsychologie

    US

    Ecole d'ingénieurs de Princeton, Laboratoire de Recherches sur les anomalies (PEAR)
    Université de Princeton
    Robert Jahn, Brenda Dunne, contact: Roger Nelson
    Générateurs aléatoires et Global Consciousness Project

    Centre de Recherches Rhine
    Institut de Parapsychologie, Caroline du Nord
    Richard Broughton, John Palmer
    Ganzfeld-ESP; Corrélats neurophysiologiques du psi; Recherches générales dans le domaine psi
    Dans la continuité du laboratoire de Parapsychologie de l'Université de Duke fondé par Joseph B. Rhine. Publie le Journal of Parapsychology

    Society for Scientific Exploration (SSE)
    Université de Standford
    Aux frontières de la science - large éventail, des OVNIS à l'ESP en passant par l'homéopathie. Créée par un groupe de scientifiques pluridisciplinaires
    Publie le Journal of Scientific Exploration

    Institut de Recherches Stanford
    Expérience de vision à distance (1974)

    Laboratoire de Recherches Psychophysiques
    Fondation Mac Donnell
    Charles Honorton 1980: introduction de la méthode Ganzfeld de privation sensorielle

    Boeing Seattle
    Helmut Schmidt 1969: REG

    Laboratoire de Recherches sur la Conscience
    Université du Névada
    Dean Radin

    Université de Californie, Davis Département de Statistiques
    Jessica Utts

    Université JFK, Institut Saybrook, Institut de Psychologie Transpersonnelle
    Californie
    Stanley Krippner
    (Saybrook), William
    Braud(ITP)

    Division des Etudes de Personnalité, Université de Virginia, Charlottesville
    Ian Stevenson


    BIBLIOGRAFIA

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    M@gm@ ISSN 1721-9809
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