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    M@gm@ vol.0 n.0 Octobre-Décembre 2002

    GIOVANI E UTOPIA

    (Francesco Maria Battisti, Giovani e Utopia, Milano, Franco Angeli, 2002, 287 p.)


    Orazio Maria Valastro

    valastro@analisiqualitativa.com
    Presidente Osservatorio dei Processi Comunicativi, Associazione Culturale Scientifica (www.analisiqualitativa.com); Dottorando di Ricerca all'IRSA-CRI (Institut de Recherches Sociologiques et Anthropologiques - Centre de Recherches sur l'Imaginaire) presso l'Università degli Studi ''Paul Valéry'' di Montpellier; Laureato in Sociologia (Università degli Studi René Descartes, Parigi V, Sorbona); Fondatore, Direttore Editoriale e Responsabile della rivista elettronica in scienze umane e sociali "m@gm@"; Collaboratore e Membro del Comitato Scientifico della "Revue Algérienne des Etudes Sociologiques", Université de Jijel-Algeria; Sociologo e Libero Professionista, Studio di Sociologia Professionale (Catania).

    L'emergere di nuove forme di utopia nelle culture giovanili: utopia e immaginario sociale

    La formazione dell'identità giovanile, considerata attraverso "le varietà emergenti dell'utopia politica e sociale che contrassegnano un'identità generazionale" (p.275), focalizza i processi di costruzione sociale delle identità personali come esigenze individuali e di gruppo che si manifestano attraverso il valore attribuito all'utopia, "intesa come rappresentazione del proprio futuro" (p.276). Le ricerche che hanno reso possibile la presentazione di questo testo, insieme ad un'attenta analisi dell'emergere di nuove forme di utopia, si fondano precisamente nell'osservazione delle forme di utopia della cultura giovanile degli anni '80 e '90, giovani studenti delle scuole medie inferiori e superiori del Comune e della Provincia di Roma.

    Possiamo quindi cogliere tra le finalità di questo studio la proposta di esaminare i progetti di vita dei giovani e produrre una riflessione sulla concezione del soggetto. Svariate questioni ed argomenti definiscono ed interpretano le moderne concezioni del soggetto confrontandole con l'analisi di quegli elementi che caratterizzano la cultura giovanile, consentendo inoltre di studiare i progetti di vita individuali dei giovani. "Lo scopo di questo studio può anche essere quello di introdurre all'analisi dei progetti di vita individuali, associandola ad una prospettiva sociologica di più ampio livello, di sociologia culturale e di sociologia della visione utopica. Per 'progetto di vita' s'intende la capacità di un attore sociale di organizzare le sue aspirazioni e le sue motivazioni in un quadro strategico di più elevato livello che includa la dimensione esistenziale del vivere in società, e la dimensione temporale del futuro." (p.19)

    Insieme ad un'approfondita analisi del concetto di utopia, esaminando la letteratura filosofica, gli scrittori contemporanei e le scienze sociali in genere, è stata privilegiata un'interpretazione che permette di definire l'utopia e la sua valenza sociale rispetto al ruolo che questa stessa riveste, soffermandosi sulla sua "funzione radicalmente trasformatrice nonché la sua capacità di precorrere i tempi" (p.12). Raccordandosi alla nozione di utopia come rappresentazione collettiva, riferendosi dunque alla coscienza collettiva di Durkheim ed alla rilevanza delle rappresentazioni collettive, si evidenzia la funzione sociale dell'utopia. L'utopia esaminata attraverso una prospettiva complessa ed articolata, come d'altronde prospettata da differenti studiosi contemporanei, è interpretata in quanto parte integrante della società come produzione di quell'immaginario sociale che caratterizza ogni epoca.

    Approccio qualitativo e dati testuali: tecniche di ricerche proiettive

    I dati testuali che hanno consentito la pubblicazione di questo studio, sono stati prodotti nel contesto di diverse attività di ricerca [1]: a) un questionario strutturato, 'Giovani e Utopia', rivolto ai giovani dei licei di Roma, un progetto di ricerca realizzato in collaborazione con il Provveditorato agli studi di Roma nel 1989; b) un ulteriore progetto di ricerca del 1991 finanziato dal Ministero della Pubblica Istruzione, 'Forme dell'Utopia', realizzato attraverso l'uso di tecniche proiettive; c) un successivo sondaggio di verifica, realizzato nel 1993 nei licei di Frosinone sulla base dei precedenti risultati; d) una consecutiva ricerca, nel 1996-1997, nelle scuole medie inferiori di Formia, anch'essa basata su tecniche di ricerca proiettive; e) ed infine, nel 1998, un'ulteriore raccolta di temi, focalizzati sul tema del disagio giovanile, nelle scuole medie inferiori del Comune di Roma, un'indagine svolta nell'ambito delle attività dell'Osservatorio d'Area al fine di valutare il successo formativo nelle scuole medie.

    L'uso di tecniche di ricerche proiettive è stato strutturato attraverso dei temi da sviluppare, ad esempio dei compiti in classe rivolti ad un significativo campione delle scuole medie superiori della Provincia di Roma, in collaborazione con il Provveditorato agli Studi. Le tracce dei temi proposte durante la ricerca le 'Forme dell'Utopia' sono state le seguenti: "1) la rappresentazione del proprio futuro visto come prospettiva oppure come 'viaggio' in una data distante nel tempo; 2) la considerazione del tempo quale organizzazione quotidiana e della propria vita; 3) la scelta di un luogo dove porre la propria utopia; 4) l'assenza o la perdita del futuro, da parte di giovani disillusi o disperati (i cosiddetti 'giovani senza futuro'); 5) la progettazione della propria città, vista come luogo dove possano essere soddisfatti le proprie aspirazioni ed i propri desideri." (p.16)

    Il materiale descrittivo ed autobiografico raccolto è considerevole ed ha permesso di valutare il ruolo dell'utopia nelle culture giovanili e nella costruzione delle identità personali, senza ignorare ma al contrario riconoscendo all'utopia giovanile una finalità propria, "che si distacca dal presente per guardare al futuro, non a quello prossimo e contingente, ma a quello più lontano, nel quale i giovani saranno autori e protagonisti." (p.109) L'analisi tematica dei dati testuali insieme con una "grammatica dell'utopia", un'analisi linguistica finalizzata "ad individuare corrispondenze significative tra i concetti sociologici qui utilizzati e i testi prodotti dai giovani autori" (p.38), hanno infine sostenuto delle conclusioni provvisorie sulle attese della nuova generazione ed i valori che danno origine ed orientano una moderna utopia urbana.

    I giovani ed i luoghi dell'utopia: speranze e progettualità di vita

    L'utopia, individuata come "uno stato di riflessione intermedia tra l'attuabilità della progettazione compiuta da chi ne ha i mezzi e l'illusione ed il sogno di chi si sente privo di mezzi od impossibilitato" (p.118), si caratterizza conseguentemente come elemento partecipe dell'esperienza d'individui e gruppi sociali eterogenei, contribuendo inoltre a produrre e consolidare il processo di costruzione sociale dell'identità personale. "L'interesse manifestato nell'utopia corrisponde innanzi tutto al bisogno di creare un'identità personale, intesa come rappresentazione del proprio futuro attraverso una costruzione concettuale che diviene man mano più complessa ed articolata con la maturazione del soggetto." (p.276)

    La relazione tra identità personale e rappresentazione del futuro, messa in evidenza nelle testimonianze autobiografiche dei giovani, ci è restituita attraverso altri indicatori, quei principi dedotti e sintetizzati dai dati testuali che caratterizzano l'utopia urbana degli stessi giovani: la "mobilità", l' "ambiente", la "socialità" e la "convivialità", l' "organizzazione" e la "cultura dell'amministrazione" (p.151). L'utopia relativa alla mobilità esprime il desiderio di un'effettiva vivibilità della città a fronte dei gravi problemi di congestione delle metropoli; quella relativa all'ambiente opera un recupero della dimensione naturale, integrando protezione del territorio urbano e tutela della qualità della vita; quella relativa alla socialità ed alla convivialità riflette le nuove esigenze che agiscono come fattori del mutamento sociale, la necessità di nuovi spazi e strutture idonee a bisogni culturali e di socialità che annullano le frontiere tra il giorno e la notte, in questo senso l'utopia vuole rendere accessibile la città sia di giorno sia di notte; ed infine quella relativa all'organizzazione ed alla cultura dell'amministrazione volta a proteggere e preservare i diritti del singolo e gli interessi dei gruppi, senza vincolare e subordinare lo sviluppo della realtà urbana ai soli valori della redditività e della produttività di un'economia di mercato applicata ad una programmazione sociale che risponda ai bisogni della popolazione ed alla condizione dei servizi.

    Un'esplicita consapevolezza dei giovani di determinate problematiche sociali e della loro influenza sul loro futuro, traspare senz'altro nell'utopia urbana delineata dagli stessi indicatori messi in evidenza. Bisogna comunque considerare come i luoghi dell'utopia, proprio per quella differenza prospettata tra progettazione compiuta ed illusione, sono più spesso sono i seguenti: "a) il classico luogo dell'utopia, inteso come isola immaginaria; b) il vivere utopico fuori della città in una natura integra; c) una minoranza di giovani elegge come luogo della propria utopia ancora la metropoli; d) alcuni giovani collocano le proprie utopie nello spazio extraterrestre oppure in un pianeta lontano" (p.281).

    La dimensione collettiva si impone ad una considerazione strettamente individuale, in questo senso l'utopia è congruente con necessità comuni ed è "concepita nel contesto di una partecipazione di gruppo, oppure della coppia, nella fase di creazione del proprio futuro" (p.36). Questa stessa dimensione collettiva è riferita su di un piano soggettivo ed esistenziale individuando, nel rapporto conflittuale tra autopoiesi e quotidiano, "una dimensione esistenziale che pone in rilievo la volontà e la responsabilità del soggetto, inteso innanzi tutto come progetto e creazione individuale, piuttosto che come prodotto relazionale della società al quale appartiene" (p.40). Il rapporto conflittuale tra creatività della persona giovanile e quotidiano è interpretato come espressione del narcisismo, inteso come atteggiamento di rifugio e ritiro in se stessi, atteggiamento peculiare dell'autopoiesi giovanile, dove i rapporti di dipendenza dall'ambiente sono minimi, insieme alla volontà personale di affermazione. "Questa prima analisi sommaria ci porta comunque a stabilire una dimensione esistenziale dell'utopia giovanile che si muove attraverso due polarità: l'affermazione di un progetto individuale autoreferenziale e la maggiore disponibilità a condividere le proprie esperienze con gli altri, che generalmente manca nella prima infanzia e si riduce nell'età adulta quando il progetto di vita rimane circoscritto nella prospettiva egoistica del proprio nucleo familiare." (p.42)

    L'analisi dell'esperienza sociale dei giovani considera anche quelle esperienze individuali nelle quali si manifestano degli atteggiamenti di rinuncia: i giovani che hanno rinunciato al loro futuro, i giovani senza futuro, costituiscono un altro elemento considerevole delle studio delle utopie giovanili. La costruzione della propria personalità e la crescita individuale è un vero e proprio percorso ad ostacoli, la nozione di compiti di sviluppo delinea sufficientemente come la risoluzione dei problemi che gli adolescenti incontrano nei differenti momenti della loro esperienza sia determinante. Quando intervengono inoltre delle condizioni particolari di disagio sociale ed economico, nell'ambito familiare e nel gruppo sociale di riferimento, ne risente enormemente la capacità di sviluppare una propria progettualità, un progetto di vita non necessariamente ancorato ad una dimensione strettamente contingente e individuale. Il messaggio educativo e la proposta formativa che scaturisce da queste riflessioni sui giovani senza futuro, rivaluta fortemente la sociologia clinica e l'intervento sociologico nei contesti sociali. "Il principio della speranza può, quindi, essere utilizzato per una pedagogia del recupero e della rivalutazione della personalità individuale nei confronti di coloro che, per ragioni contingenti oppure per ragioni più profonde, si trovano in crisi. Una via d'uscita, prospettabile come progetto di vita, come pedagogia della speranza è aperta a tutti coloro che ottengono fiducia in se stessi e nel valore che assume il vivere assieme agli altri." (p.283)

    NOTE

    [1] I dati testuali citati nell'opera sono stati raccolti in una banca dati disponibile e consultabile su internet al seguente indirizzo:
    https://web.quipo.it/unicas/giovani/index.html.


    SCHEDA BIBLIOGRAFICA


    [ Giovani e Utopia / Francesco Maria Battisti - Milano ; Franco Angeli, 2002. 287 p.
    - (Cultura Scienza e Società - Collana del Dipartimento di Scienza e Società,
    Università degli Studi di Cassino) ]



    INDICE

    Introduzione

    1. Giovani e narcisismo
    1. La cultura del narcisismo. 2. Il narcisismo individuale come risposta ai problemi sociali. 3. Narcisismo ed autopoiesi.

    2. Il ponte verso il futuro
    1. Una grammatica dell'utopia. 2. Forme di ritiro. 3. La volontà di realizzarsi. 4. Il fastidio del quotidiano. 5. La ricerca del nuovo e dell'imprevisto.

    3. I "luoghi" dell'Utopia
    1. La città senza "luogo" di Tommaso Moro. 2. Alcuni importanti precedenti: il Paese della Cuccagna, l'Arcadia e l'Apocalisse. 3. La dimora del Principe e la pianificazione della città illuminista. 4. Utopia e rivoluzione industriale. 5. Fantascienza ed utopia. 6. Il ritorno alla natura: etica ed utopia nell'ecologia. 7. I luoghi dell'utopiagiovanili.

    4. Utopie nella società complessa.
    1. La costruzione sociale dell'utopia. 2. Utopia ed politica. 3. Utopia e scienza. 4. Utopia e classe sociale.

    5. Identità collettiva e continuità del sociale
    1. Memoria e libertà. 2. Memoria a breve ed a lungo termine. 3. "Oggetti" e "luoghi" della memoria. 4. La memoria urbana a Roma. 5. L'utopia della memoria urbana. 6. Utopia e qualità della vita.

    6. Dimensione del tempo e concezione del futuro
    1. Il tempo come problema sociale. 2. Il presente ed il quotidiano. 3. L'educazione alla temporalità. 4. L'evoluzione del futuro individuale. 5. Percezione del tempo e crescita nell'età adulta. 6. Il tempo libero. 7. L'attesa, il "carpe diem", il rifugio nel passato.

    7. Utopia e cittadinanza
    1. Orizzonti del riformismo utopico. 2. Utopia, cittadinanza e fratellanza. 3. L'utopia dell'uguaglianza. 4. Cittadini di tutto il mondo. 5. Uguali, ma non troppo.

    8. Giovani senza futuro: profili della crisi attuale
    1. Cinismo e nichilismo fra i giovani contemporanei. 2. Interviste a tossicodipendenti. 3. Il mito della droga. 4. Punk e skinhead: nuovi personaggi metropolitani. 5. Conseguenze della violenza. 6. Riconquista del futuro e progettualità di vita.

    9. Utopia e speranza
    1. Speranza e principio di responsabilità. 2. La speranza nel futuro. 3. La riduzione dell'incertezza. 4. Sogno e speranza. 5. Il destino della "funzione utopica".

    10. Conclusioni

    Appendice metodologica
    1. I dati testuali della ricerca. 2. La rilevazione sui giovani romani. Indici. Nomi. Soggetti.


    ABSTRACT

    Un'indagine approfondita che individua un mondo inedito di rappresentazioni appartenenti alle aspirazioni ed alle immaginazioni dei giovani italiani. E' proprio a questo livello che si trasmettono, di generazione in generazione le idee utopiche, e sono colte non tanto dagli adulti, che hanno già configurato un loro stile di vita, quanto dai giovani, che debbono ancora compiere scelte importanti, e si sentono meno vincolati dalle necessità immediate. La letteratura, la musica, la religione, la scienza, e le arti contribuiscono alla trasmissione di queste idee, che hanno un autorevole retroterra filosofico. In questo libro si verifica la continuità di una "cultura" popolare o subalterna del mito e dell'utopia che favorisce il risorgere del progresso e della speranza. Oltre ad esaminare, in un vasto campione di giovani romani, le concezioni del sé, del tempo, del "luogo dell'utopia" e del proprio futuro, in una prospettiva legata alla fiducia ed alla speranza, lo studio propone l'analisi dei progetti individuali di vita, associandoli alla prospettiva di un più ampio livello. Per "progetto di vita" s'intende la capacità di organizzare le proprie aspirazioni ed energie in un quadro strategico che includa la dimensione esistenziale del vivere in società e la prospettiva del futuro. Nei giovani in difficoltà questo orizzonte si restringe, poiché le possibilità offerte dal futuro sono inconsapevolmente sacrificate per far fronte al bisogno.


    PROFILO DELL'AUTORE

    Francesco M. Battisti, professore di Sociologia presso l'Università degli Studi di Cassino, autore e curatore di numerose pubblicazioni, tra le quali: Sociologia dello scandalo, Laterza, Bari, 1982; Sociologia matematica, Gangemi, Reggio Calabria, 1982; Issues in cognition and social representation, Angeli, Milano, 1987; La città senza centro, Esi, Napoli, 1991; La città e l'emergenza, Angeli, Milano, 1992; Scuola, società e cambiamento tecnologico, Esi, Napoli, 1992; Sociologia clinica e sistemi socio-sanitari, Angeli, Milano, 1995; Il mondo sociale dei sogni, Milano, Angeli, 1998; Job creation, Milano, Angeli, 1999; Giubileo panico 2000, Esi, Napoli, 2000.


    Collection Cahiers M@GM@


    Volumes publiés

    www.quaderni.analisiqualitativa.com

    DOAJ Content


    M@gm@ ISSN 1721-9809
    Indexed in DOAJ since 2002

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